Teatro

Secondo appuntamento con la Rassegna Terra Napoli

Secondo appuntamento con la Rassegna Terra Napoli

Secondo appuntamento con la ‘neo-nata’ Rassegna Terra Napoli, da venerdì 14 gennaio 2005 alle ore 21.00 (repliche fino a domenica 16), al Nuovo Teatro Nuovo di Napoli (Sala Assoli), dove la produzione quasiquasimifacciounatirataaccademica.com presenta Q. di Ermanno C., atto unico ispirato al romanzo Q. di Luther Blisset, per l’adattamento e la regia di Annamaria Russo e Ciro Sabatino. In scena Paolo Cresta, Nico Ciliberti, Lisa Falzarano. Edito da Einaudi nel 1996, Q. è il romanzo a firma di Luther Blissett (uno pseudonimo, ormai svelato, dietro il quale per un certo periodo si sono celati i quattro scrittori italiani Luther Blisset Project, Federico Guglielmi, Fabrizio Belletati, Luca di Meo e Giovanni Cattabriga, ma che per una buffa coincidenza fu erroneamente attribuito a Umberto Eco). Ambientato nel '500 a Munster, narra una storia di eresie, roghi; un sogno incrociato in cui un uomo dalle mille identità, e che a volte si chiama Gert Dal Pozzo, riesce a sopravvivere alle stragi di eretici e a condurre la sua battaglia contro il traditore Qoelet, che ha venduto i segreti e i desideri di questi uomini senza nome a un pugno di cardinali dell'Inquisizione. Uno spettacolo. In prova. Per una messa in scena che vale un ricordo. Ermanno. Intellettuale di sinistra morto per una tragica fatalità. Uno spettacolo. Una vita. Tre ragazzi: Bi, Mìcol e Alberto. Nomi come tanti. Nomi che ricordano qualcosa I tre amici fanno parte di una compagnia teatrale che decide di mettere in scena un testo che racconta della rivoluzione anabattista del 1550: Q. Il testo è stato scritto da Ermanno C., commediografo, regista, maestro e amico di sempre. Ermanno è però morto un anno prima. Fine. Di un sogno. Un anno dopo i tre amici si ritrovano, proprio la notte in cui cade l’anniversario della morte di Ermanno, in teatro. Fuori della porta di quel teatro le incomprensioni, i dissapori che li avevano divisi, la voglia di camminare da soli, di dimenticare. Su quel palcoscenico la forza di un’amicizia che sopravvive ostinata in ciascuno dei tre, i rimpianti, lo sperdimento per l’assenza di Ermanno, la voglia di salvare un sogno, la necessità di capire. Ma la lettura del copione li porta lentamente nella Venezia del cinquecento, in un bordello, in una notte di carnevale. Per la prima volta, dietro le maschere ed i costumi di una storia lontana, i tre attori si guardano davvero negli occhi e nel tempo e nel luogo più inaspettato. Quel testo rivela loro una terribile verità. 'Q. – spiegano i registi in una nota al testo - è un libro che pesa. Pesa metaforicamente perché ha la forza rara e devastante di mettere a nudo la violenza che c’è dietro qualunque fede, la miseria e la grandezza che convivono nell’animo umano, di raccontare una storia fatta di santi briganti, ladroni porporati, vittime colpevoli e assassini innocenti. Una storia nella quale chiunque abbia un briciolo di lucidità è costretto a veder riflesso anche il proprio volto'.